mercoledì 11 marzo 2015

Recensione: Il corto tamarrissimo dei Power Rangers


Ve l'avevamo "promettuto" ed eccolo qui: il fan film crudissimo dei Power Rangers! Oh.. il primo. Quello con Jason, Tommy, Kimberly, Trini, Zack e Billy! Steekhutsee.

Joseph Kahn, il regista del plurispernacchiato "Torque - circuiti di fuoco" e di altri mille mila video clip musicali  - che spero gli siano venuti meglio del film con Ice Cube appena citato - ha deciso di beccarsi un paio di denunce utilizzando i personaggi della Saban Entertainment. Che la Saban risentita gli ha detto: "Ma chi ti ha autorizzato??" e lo zoccolo duro dei fan ha aggiunto: "ma chi te l'ha chiesto!??"
Si, perché il corto offre interessanti spunti narrativi che però non  sono stati visti di buon occhio dai puristi della saga, i quali sono convinti che i Power Rangers che dicono parolacce, si danno "le botte vere", muoiono e tutte queste cose da storia interessante (compresa, incredibilmente, una trama) rovinino l'aria alla "viva il parroco" della serie originale. Ed è vero, ma non capisco dove sia il danno.

Ma passiamo alla visione:

La storia comincia (presumibilmente) dall'ultima guerra combattuta dai Rangers. Addirittura a colpi di mitra tipo fanteria, mentre sullo sfondo due Zord si sfondano, appunto. 






L'aria è da subito serissima. Cioè, i Power Rangers stanno combattendo una guerra vera, non fanno le piroette con le spade di gomma e le pose alla sailor moon. E la cosa, a noi del Planet, piace.
Poi, voce fuori campo: "Quando due fazioni si dichiarano guerra nessuno dei due è innocente". Una seconda voce da del traditore alla prima e la prima continua dicendo che erano solo dei ragazzini e sono stati reclutati per combattere un nemico intergalattico, quindi pure Zordon non è che fosse l'arcangelo Gabriele. "Smettiamola di pensare che i nostri fossero mossi da sani principi morali". Appunto!
E' effettivamente un colpo di genio narrativo questo: immaginare che anni dopo le vicende del telefilm, i Rangers, ormai adulti, si facciano delle domande sulla moralità della propria fazione che (effettivamente) non ci ha messo ne uno ne due a sfruttare dei minori per scopi bellici (se lo fa l'Isis sono criminali, se lo fa Zordon è difensore dell'universo??). 


Scopriamo che il "traditore" è Rocky, il secondo Red Ranger.



Visto che l'attore originale è impegnato a fare film  porno (giuro), qui il personaggio lo interpreta una vecchia conoscenza del piccolo schermo:


il nostro vecchio, caro, James Van der Beek al secolo Dawson Leery. Già figlio di Flash e del papà di Flash (tipo beautiful ma con meno attori, come dicevamo in questo post qui). 
Si scopre che Rocky ha preso in ostaggio Kimberly (Pink ranger) e sta cercando Tommy (Green, White, Red "li ha indossati tutti Ranger") per fargli il mazzo a tarallo. Insieme, tra una minaccia e uno sputo, i due passano in rassegna le morti di tutti i loro compagni. Che sembra di seguire una puntata tematica di "Mille modi per morire" su Real Time.

Seguono scene di lotta più o meno valide e uniformi da Rangers che spaccano di brutto:




Alla fine Rocky otterrà ciò che vuole e si scontrerà con Tommy giunto a salvare Kimberly dalle sue grinfie (anche per Tommy, come per tutti i Rangers che vedremo, l'attore che presta il volto al personaggio non è quello della serie). Colpo di scena finale con Rita Repulsa e titoli di coda.

Siamo stati volutamente vaghi, perché crediamo sia giusto che il corto ve lo godiate appieno. Il nostro voto è positivo, anche se certo non è un capolavoro. Il regista ha avuto il coraggio di stravolgere un format e tirarne fuori un "what if" che non ha tolto nulla a quanto già visto, anzi, ha solo aggiunto. 

La Saban, invece di denunciare Joseph Kahn dovrebbe assumerlo e fargli tirar fuori un film che sia una via di mezzo tra questa sua visione dark e l'originale in stile Peppa Pig.

C.K.










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